Il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge che include la dematerializzazione delle quote delle Srl.
Un grande vantaggio per chi investe in startup e PMI.
Lo scorso 11 Aprile, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, è stato approvato un disegno di legge che introduce interventi a sostegno della competitività dei capitali.
L’obiettivo è una riforma organica volta a incentivare la quotazione delle società e diffondere l’azionariato della Borsa italiana. Tra le norme è prevista la cosiddetta dematerializzazione delle quote delle Srl, un provvedimento che agevolerà chi investe nelle PMI italiane, soprattutto attraverso equity crowdfunding.
Come funziona ora la circolazione delle quote di una Srl e i relativi svantaggi.
La sottoscrizione o la compravendita di quote di una Srl comporta il deposito dell’atto di trasferimento presso il registro delle imprese, con sottoscrizione autenticata a cura del notaio (o da un commercialista), con oneri burocratici e costi elevati.
Il peso di tali oneri e costi è tanto più insostenibile quanto minore è il valore dell’investimento effettuato, cosa che accade spesso per chi investe con equity crowdfunding.
L’attuale alternativa a notaio e commercialista: la “rubricazione delle quote”.
L’articolo 100-ter del TUF ha introdotto un regime alternativo di intestazione delle quote, la cosiddetta “rubricazione delle quote”. Le quote vengono intestate una società di Intermediazione, tipicamente una SIM, che comparirà nella visura della S.r.l. al posto dell’investitore.
La SIM è tenuta a mantenere e gestire il registro delle transazioni che attestano l’effettiva proprietà delle quote, e gli investitori sono quindi liberi di trasferire le proprie partecipazioni ad altri, semplicemente comunicando il trasferimento alla SIM.
I costi in questo caso sono nell’ordine di poche decine di euro, ma anche questo sistema comporta dei limiti piuttosto rilevanti: tutti gli investitori sono per definizione obbligati ad aprire un conto con il medesimo intermediario.
I principali vantaggi della dematerializzazione.
Attraverso la dematerializzazione delle quote risultano agevolati il trasferimento delle quote ai fini dell’exit, l’ingresso di nuovi investitori e, più in generale, il trasferimento della proprietà delle quote. Infatti, la società emittente registrerà le quote sui conti depositario centrale, per esempio Montetitoli (ma anche altri purché in Paesi dell’UE) ottenendo un codice di ISIN.
Il titolare delle quote potrà così disporne semplicemente dando istruzione alla banca presso cui detiene il proprio consueto dossier titoli. In tal modo può trasferire le quote anche tra soggetti che non detengono un conto presso la stessa banca (come avviene ora con la “rubricazione”) bensì tra tutti coloro, privati o società, che detengono un dossier titoli presso intermediari che, a loro volta, detengono un conto titoli presso il depositario centrale.
Si configura anche la possibilità per la società di emettere e gestire in modo efficiente diverse categorie di quote, le quali potranno essere registrate sui conti del depositario centrale con distinti codici ISIN.
Viene così consentita anche una gestione più efficiente dell’esercizio di tutti i diritti patrimoniali e amministrativi connessi a ciascuna categoria.
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