Dalle classiche donazioni all'investimento nel capitale delle startup:
i 4 modi di raccogliere denaro online.
Anche a causa della pandemia, il crowdfunding è cresciuto molto in Italia negli ultimi due anni (+75% solo nel 2020). Ma nonostante sempre più italiani stiano utilizzando questa nuova forma di raccolta di denaro, il crowdfunding rimane per molti una parola oscura e un po’ esotica, talvolta pure difficile da pronunciare.
Che cos’è il crowdfunding?
Una prima risposta approssimativa è che si tratta di una “colletta online”. Il meccanismo base, infatti, è quello di raccogliere soldi tra persone a sostegno di una causa o per la realizzazione di un progetto. Una colletta appunto, ma a distanza, coinvolgendo una folla indistinta (“crowd” appunto), attraverso l’utilizzo di portali online specializzati.
A cosa serve il crowdfunding?
Dipende, possiamo immaginarlo come un coltellino svizzero. Può servire a finanziare progetti da realizzare o nuovi prodotti, come un gioco da tavolo, un nuovo modello di microfono, la ristrutturazione di un casale a scopi sociali e così via. Oppure può servire a sostenere una causa benefica o una persona in difficoltà. O ancora può diventare un modo d’investire il proprio denaro, sotto forma di prestiti ad aziende o privati, obbligazioni o ancora acquisto diretto di quote societarie, in genere di startup e PMI innovative.
Chi può utilizzare il crowdfunding?
Chiunque ed è questo il bello di un modello di raccolta fondi online diffuso e che viene davvero dal basso. Quale che sia lo scopo della raccolta, infatti, partecipare è in genere molto semplice, più o meno come effettuare un acquisto online. Anche se ovviamente ci sono delle sostanziali differenze a seconda del progetto che si sostiene. Soprattutto se parliamo d’investimenti, l’attività di emittenti e portali è regolamentata, in particolare dalla nuova normativa europea, che entrerà in vigore a novembre di quest’anno.
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